J. Hébuterne – Autoritratto

20 ottobre 2013. Domenica di pioggia sotto i portici. Lontano dai portici, nella periferia di una città che sa essere madre, puttana e amica, guardavo “I colori dell’anima”. A raccontare il film è Jeanne Hébuterne, compagna di Amedeo Modigliani e madre dei suoi figli. Jeanne era una pittrice, modella per il suo Modì. La conosciamo attraverso le opere che Amedeo dipinse di lei. La conosciamo poco per le opere che lei dipinse per amore dell’arte, come queste due riportate qui a destra. Non voglio dare un giudizio al film. In tanti, quando non do un giudizio, mi dicono che sono diplomatico. Se solo sapessero che ho una riserva di vaffanculo, che non voglio spargere per il mondo, ma che con lavoro, quotidiano, cerco di trasmutare in qualcosa che valga la pena di far uscire dal mio corpo, oltre alla solita merda. Non voglio dare un giudizio sul film, dicevo, ma ve lo consiglio. 

Lettera di Jeanne per Modì

J. Hébuterne – Ritratto di Amedeo

A volte
la pioggia torna
a dirmi
parole.
Prima che il tuono
ne copri la voce.
E mi sussurra che
se l’amore
e la poesia
esistono
insieme
in qualche posto
nel mondo
allora sono
insieme
dentro al bacio.
Un’unica vera poesia
non fatta di parole
si schiude
tra due labbra che
cercano una tregua
mentre le lingue
si danno
lentamente
battaglia.
Un bacio di due amanti sotto vento
inconsapevoli poeti
benedetti e specchiati
nei ciottoli bagnati.
Bisogna essere in due
come loro, lì,
per riuscire a contenere
tutta questa luce
e superare
la paura
di essere smisurati
e sconfinati
nei nostri corpi legati
quando la pioggia
torna a dirci parole.
Prima che il tuono
ne copri la voce.
Prima che
smetta
di piovere.
Prima che i ciottoli
ritornino
polverosi
e con una cacca di cane sopra
difficile da togliere
da una suola
piena di
bellissime spirali
e ghirigori
della cui presenza
prima
a pensarci bene
non mi ero mai accorta.

Come accompagnamento alla lettura di questo post, una canzone scritta da Guy Farley. Il brano si intitola “Ode to innocence”, nonostante nel corso della scorsa puntata, per due volte, l’abbia chiamato “Ave maria”. La voce è quella di Sasha Lazard.

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