Il Disco Raccontato: Here – Edwarde Sharpe & Magnetic Zeros
9 Giugno 2014Su Patrizio Fariselli, Gianni Maroccolo e Claudio Rocchi – Una sincronicità con gli attributi
18 Giugno 2014IL DISCO RACCONTATO…per descrivere una cosa come la musica di un disco che ci colpisce, le recensioni “classiche” pensiamo creino troppa distanza dal momento magico dell’ascolto, alla sua razionalizzazione. L’ascolto crea a sua volta. E’ per questo che proviamo in questa rubrica a raccontare i dischi, costruendoci delle storie attorno: organizzando organicamente in un racconto: frammenti di frasi di canzoni, stati d’animo stimolati e immaginazioni create spontaneamente dall’ascolto attento di un disco…
Che “il fuori è il dentro”, è spesso solo un luogo comune.
Ma
tutti i luoghi comuni contengono Verità, se sei disposto a spogliarli del loro vestito nero.
Come le piazze, le strade, le distanze e le mappe.
– Ché le mappe celesti, descrivano cieli interiori! –
– Ché quanto più in profondità guardi il cielo di notte, tanto più il tuo sguardo vada a finire dentro! – disse Argo che tutto vede.
– Chè quanto più elettrico diventerà un suono, tanto più esso ritornerà ancestrale! –
Cercare atlanti di costellazioni estinte, è come scrutare con gli occhi dell’antico antenato, la gravità della scomparsa degli Dei.
Spirali di suoni antigravitazionali respingono la tua attenzione superficiale e ti richiedono uno sforzo.
Lo sforzo che richiede ogni meditazione dell’occidentale.
A sprazzi te ne accorgi. La nettezza degli intervalli musicali.
Che lo spazio stellare, venga chiamato “spazio”, per l’occidentale è un atto di ignoranza. Le costellazioni sono un atto di virtù.
Interessarsi dei punti. Ricercare le loro connessioni.
Battaglie metalliche.
Sai che troppo romanticismo offusca la mente come il cuore, aumenta le distanze incomprensibili fra le cose,
genera nascoste emotività spaziali,
distorce lo spazio fra te e me.
Partecipare alle cose del mondo anche se non le vedi.
Dialogare con la pioggia
si può solo
con le note,
i baci,
le carezze
e il sogno.
Attendo il disordine dell’astronomo; la zingara che danza sulla convenzioni; uomini incappucciati vestiti di nero che toccano muri.
Gli ordini non vanno mai seguiti, quando non si avverte un ordine ancora Superiore.
A questo serve cercare nel cielo le costellazioni estinte.
.
.
Un disco dalle sonorità da futuro ancestrale, per cercare, con attenzione e sangue freddo, mappe celesti interiori, lì dove le abbiamo dimenticate.