L’esicasmo e la preghiera del cuore | Un’introduzione di Moreno Miorelli
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In questi giorni, in questo periodo, le parole “distanza” e “vicinanza” sono diventate pesantissime. E allora ho cercato un modo per fare un esercizio attorno a questi due opposti. L’esercizio che mi riesce sempre più facile quando devo pensare è attraverso la musica. Ho ripercorso quindi un po’ di brani musicali a cui sono affezionato, casualmente. Ho ascoltato, letto storie. A un certo punto è venuto fuori lui: “Tabula rasa elettrificata”. Non serve certo Antonello di Lupo e Contadino per affermare che questo disco sia un capolavoro, fra i più belli di tutta la musica italiana. È stato detto da tanti e ne è stato analizzato a fondo anche tecnicamente il perché (bellissima la puntata su SkyArte di 33 giri Italian Masters). Torno allora all’esercizio su quelle due parole.
Distanza. Vicinanza.
La storia dei CSI, e dei CCCP, è una storia densa di distanze e di vicinanze. Dalle lontane ispirazioni sovietiche, ai viaggi, a quell’aura mistica, anche nei loro momenti più politicizzati, fino al ritorno a casa di Giovanni Lindo Ferretti, che ora vive isolato nella sua casa d’origine fra le montagne reggiane. Qualche banale punto di biografia solo per dare alcuni riferimenti.
Colpisce, mi colpisce che uno dei dischi più belli e perfetti della musica italiana, sia nato in un viaggio nella lontana Mongolia. L’idea del disco nacque infatti da un avventuroso viaggio che fecero Giovanni Lindo Ferretti e Massimo Zamboni – viaggio che entrambi avevano sognato di fare da bambini; desiderio che scoprirono per caso di avere in comune. Mi colpisce perché la trovo un’ indicazione, sotto traccia, importante. Perché fa pensare alle origini, alle radici, a tutta la retorica delle cose belle a casa propria. Al fatto che i confini ideologici, immaginativi che stiamo mettendo al nostro pensare siano sempre più stretti, e non c’entra solo l’epidemia.
Esiste una potente libertà nella bellezza e nell’immaginario di ognuno di noi che andrebbe riconosciuta. Celebrata.
Applicata.
Proprio in momenti come questo. Esiste un territorio sconfinato che travalica da sempre tempo e spazio.
I bambini lo sanno bene.
(e, per inciso, il basso di Gianni Maroccolo in questo pezzo è una cosa stratosferica):
E non voglio comperare né essere comprato
Attratto fortemente attratto
Civilizzato sì civilizzato
Comodo ma come dire poca soddisfazione
Soddisfazione Signore
E non voglio comperare né essere comprato
Attratto fortemente attratto
Civilizzato sì civilizzato
Decidi: cosa come quando
Comodo ma come dire poca soddisfazione
Comodo ma come dire poca soddisfazione
Soddisfazione Signore
Voglio ciò che mi spetta, lo voglio perché è mio, m’aspetta
Alimentando voglie e necessità
Voglio ciò che mi spetta, lo voglio perché è mio, m’aspetta
Voglio ciò che mi spetta, lo voglio perché è mio, m’aspetta
Voglio ciò che mi spetta, lo voglio perché è mio, m’aspetta
Voglio ciò che mi spetta, lo voglio perché è mio, m’aspetta