Giocare a cambiare il passato, la poesia della deriva | Sogno Lucido e Deriva Transumana / 4
5 Maggio 2020Filosofia dello stupore e Scienza “fuorilegge” | Sogno Lucido e Deriva Transumana / 5
12 Maggio 2020A cura di Antonello “Zappatore” Palladino, Toni “Mannaro” Ragusa
Il DiscoRacconto | Cos’è?
è un modo “strano” per esplorare e raccontare dischi che meritano di essere ascoltati. Forse anche un po’ antico:
Zap e Toni scelgono insieme un album, spesso sconosciuto, e fanno qualcosa che oggi sembrerebbe quasi assurdo quanto banale: lo ascoltano, dall’inizio alla fine, senza interruzioni. Dedicano alla musica tutta l’attenzione.
Zap ne descrive prima alcune sfumature musicali o aneddoti del disco poi, guidato leggero dalle note che aprono spazi di immaginazione, aggiunge frammenti di storie, pensieri, immagini che emergono dal disco e ne raccontano in questo modo l’atmosfera.
Toni fa lo stesso disegnando, facendosi condurre dalle melodie e dagli spazi fra le note.
Sleepwalking, Jonathan Bree | 2018
Sleepwalking di Jonathan Bree è l’ultimo disco di cui abbiamo parlato di persona fra Lupi e Contadini, senza video-collegamenti, prima del fatidico lockdown. Fuori da un albergo, di notte, dopo aver passato la giornata a programmare cose che non sarebbero mai accadute.
“Fuori da un albergo, di notte, dopo aver programmato cose che non sarebbero accadute”, potrebbe già essere il racconto di questo disco, notturno, pieno di chiaroscuri, con una batteria che ricorda tanto i Joy Division – e che si vede ha ispirato anche il DiscoDisegnato di Toni Mannaro.
Questa specie di racconto qui sotto lo scrissi proprio dopo aver ascoltato il disco, proprio quella notte, senza sapere niente di quello che sarebbe avvenuto dopo.
(Zap)
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Il tetto basso. La prima cosa che vedo sono le lenzuola bianche. Il mattino dalla finestra.
Fuori c’è il rumore della città di un giorno del ventunesimo secolo. Esistono zone fuori dal tempo dentro ai palazzi, dietro alle porte. Il postino che suona ne è l’unico testimone; colui che solo può avvicinare questi luoghi sospesi di sogno quotidiano.
Delle stanze migliori della mia vita ricordo sempre le luci e le ombre. Le attese del pomeriggio.
Ci sono alcune luci che non si devono dimenticare. Zone di conforto e desiderio meridiano.
Alcuni silenzi, piccole solitudini.
Gli spazi perfettamente definiti di chiaro e di scuro dentro le case, quando succedono, vengono da un’altra dimensione.
Civiltà del cazzo. Ci sono sempre distanze incolmabili nell’aria. Non è importante quanto cerchi di avvicinare le cose. Quanto cammini, quanto ti sforzi Le cose non si avvicinano per tentativi, non si avvicinano aggrappandosi ai bordi.
L’amore romantico è solo questo tentativo stupido di colmare distanze incolmabili. Gli spiragli contano. Quello che c’è dietro i pantaloni, le gonne. Spiragli che forse durano un istante, l’infinito. Salvezze.
Sentire che esistono zone franche dell’istinto, che solo l’invisibile può essere visto.
Sentirsi inadeguati davanti alle porte.
Tutti cercano redenzioni, tutto dovrebbe essere una redenzione. Dall’antico. Dal metallo. Dalle proprie schiavitù.
Esiste una bellezza che offusca il pensiero. Marciumi sotto la superficie ferma del sabato sera.
Ogni volta quando ti avvicini sento gli echi lontani di un’estate da bambino,
sempre.
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