Di quello strano nostro incontro con Freak Antoni.
12 Febbraio 2014Dialogo (poco ideale) fra una ragazza degli anni ’70 e un ragazzo degli anni ’00
23 Febbraio 2014Con il termine “sinestesia” si fa riferimento a quelle situazioni in cui una stimolazione uditiva, olfattiva, tattile o visiva è percepita come due eventi sensoriali distinti ma conviventi.
tratto da: WikipediaNon t’interroghi qualche volta
Sul Suono e sulla Visione?
Sound and Vision – David Bowie – LowArte è ciò che facciamo,
cultura è ciò che ci fanno
Carl Andre
Premetto che prima, durante e dopo questo articolo e quello che racconto, non ho assunto nessun tipo di sostanze pischedeliche, se non un piatto di tortellini bolognesi.
Ho scoperto qualche giorno fa un modo interessante per vivere e sperimentare l’esperienza musicale o pittorica, partecipando in maniera attiva all’ascolto di un brano o alla visione di un’opera, soprattutto quando non si riescono a cogliere molte sfumature di una o dell’altra. Spesso, infatti, con le cuffie inforcate o con la bocca aperta e sbavante davanti ad un quadro, accade che ci approcciamo in maniera totalmente passiva all’Arte (maledetta tendenza a fare parte di un pubblico!).
Non parlo qui di una possibilità di un approccio ragionato e critico, da bravo studente e cultore dell’arte; ma vorrei parlare di un approccio immaginifico. Semplicemente, come due specchi, uno di fronte l’altro, un approccio “artistico all’arte”. Arte che genera arte ed immaginazione.
Prima scena. Mi trovavo ad un saggio di musica, in un luogo davvero bello. Il saggio spesso lo era meno, ma capirai dopo meglio il perchè. Proprio dietro il palchetto con il piano e i microfoni, simbolici amplificatori delle performance artistiche, vi era, fra le bianche pareti, un grosso quadro con una tipica scenetta risorgimentale: un verde paesaggio bucolico in lontananza, in primo piano un pò più brullo; una formosa donna nuda stava straiata su una roccia con un’espressione non univocamente decifrabile, misteriosa, un pò come la Gioconda che non sai se piange o se ride; tre angioletti le svolazzavano attorno: uno le reggeva la testa,o forse la indirizzava a guardare in una direzione precisa, e gli altri due reggevano invece una croce davanti a lei.
Era un saggio di musica “colta”, quello; non mi ritengo così esperto di questo tipo di musica jazz-ssica, quindi non mi ritenevo neanche così preparato per poterla giudicare: in quel momento stavo solo lì ad ascoltare, a fare il bravo pubblico. So però anche che a un certo punto mi colse una forte sensazione di noia, e in quel momento sentitii come due mani che mi spinsero a focalizzare l’attenzione proprio dietro a dove si svolgeva la performance: al quadro. E’ in quel momento che iniziai a capire meglio la musica, (o il quadro?). Vidi, a seconda delle esibizioni: la donna vomitare mentre l’angioletto le teneva la testa; poi delirante in un’estasi mistica; poi ancora l’angioletto che le tappava le orecchie per non farla sentire, e così per tutta la durata del concerto…
Seconda scena. Stavo passeggiando per il centro di Bologna, una domenica di blocco del traffico. Via Indipendenza era piena di persone e di artisti di strada. A un certo punto, alla mia destra, vedo un portone spalancato: è di una chiesa che ho visitato sempre molto frettolosamente e che non ha mai attirato molto la mia curiosità perchè “rococo’amente” spoglia di dipinti e di affreschi. Però il portone è spalancato, allora entro…Mi fermo sull’ingresso, e l’attenzione va subito sul dipinto in fondo, proprio sopra l’altare davanti a me. Sulla sinistra, una donna accovacciata, ma con il corpo leggermente proteso in avanti e lo sguardo fisso in basso verso terra; sulla destra, invece, un angelo che sembrava stesse guardando e volando in maniera decisa verso di lei.
Quel chitarrista di strada stava intanto suonando con un piccolo amplificatore e una chitarra elettrica, un brano di Jimi Hendrix: Foxi Lady. E’orecchiabile il suo modo di suonarla, ma non mi convince. Le note entrano facilmente nella chiesa aperta e mi accorgo di come la scena del quadro si stia trasformando: il rapporto fra l’angelo e la donna è diventanto più “tirato”, intenso, come se lei cogliesse qualcosa in quello spazio, ma non riuscisse a capire che cosa. Esco e lascio una monetina al chitarrista dai capelli lunghi.
Insomma ho “scoperto” in questo strano modo che basta applicare la sinestesia per vivere con un approccio più individuale l’Arte, soprattutto quando durante l’ascolto di un brano o davanti ad un quadro, si prova quella sensazione di vuoto non razionalizzabile e per cui non si riesce ad accorgersi per quale motivo questi ci piacciono, ci attraggono, oppure ci fanno proprio schifo. Beh, diciamo che “scoperto” mo’ è un parolone, fra virgolette grosse quanto due montagne; infatti è quello che il Cinema fa praticamente da sempre: associare a delle scene, una musica che enfatizzi emotivamente la visione. Mettere però la musica sottofondo a scene in movimento è un conto, metterla sottofondo a scene statiche e farle diventare con l’immaginazione, dinamiche, è tutt’altro.
PS: L’ispirazione per questo breve articolo di esperienza sinestetica, mi è venuta (forse) ascoltando più volte un album meraviglioso: Low di David Bowies. Una delle tracce di quest’album è intitolata “Sound and Vision”. A proposito del titolo, pensavo che sarebbe stato utile cercarne una versione live su youtube, che accoppiasse audio a video; beh, caro lettore o lettrice, la versione di Beck, che reimmagina completamente il brano con un’orchestra di più di 500 elementi (!), posizionata a 360° attorno ad un palco circolare, è una cosa incredibile a vedersi e ad ascoltarsi, quindi ti consiglio di gustartela appieno dopo la lettura di queste righe. Puoi trovarla qui: Video di Sound and Vision – Beck.
Ora che ci penso, forse è stata questa e non il piatto di tortellini…
Racconto comunque di questa esperienza, anche nella diretta della scorsa puntata: LA COMPILATION PER I DESIDERI, ascoltabile in podcast QUI.
2 Comments
http://youtu.be/QnOmrDzRrGQ
Bravo lupacchiotto! Video privato!!!!! Non si fa così ….una canagliata …
Immagina la scena…leggo il tuo racconto “vedendo”..sognando .cosa racconti, nei particolari,…dispiaciuta sia già finito mi dico…”vabbè adesso proprio dormo spengo tutto!…buio pesto raggiungo tastoni il letto, recupero e infilo cuffie , tiro su lenzuolo,…sorrido,…pensando …che figata!…Ma che bella serata!.. scivolo nei sogni con uno dei miei primi amori -ma che bel regalo!..son proprio belli sti lupi…sorrido …faccio click”…click …torno indietro..sorrido ancora….click …come un Ebete…click …ssstttiiii..@@@@@.
Ciao Alessandra,
questo è un post molto vecchio e il video su YouTube non l’abbiamo caricato noi.
La buona notizia però è che lo trovi qui:
https://www.youtube.com/watch?v=XyO5MRTbL2s