La vita e l’imponderabile | Il fungo alla fine del mondo
24 Settembre 2021Storia immaginaria dei Cartoni Animati | “I PUFFI”, ovvero: Cartoni Animati e Distopie
19 Novembre 2021di Antonello “Zap” Palladino
Nuova avventura a puntate in cui racconterò, a salti, un po’ di storie sui cartoni animati. Qui sul mio profilo fb e sulle pagine di Lupo e Contadino.
Da sempre penso che i cartoni animati formino un orizzonte immaginario molto potente, che in qualche modo continua ad agire anche da adulti. Ciò mi sembra soprattutto per la loro “distanza”; dalla realtà – sono disegni -; dall’età – bambina – in cui di solito si guardano assiduamente. Quando questa “distanza” agisce, la visione, o il ricordo, in qualche modo diventano straordinari. Bastano questi due elementi per caricare quindi i cartoni animati di un valore assoluto.
Dunque, partiamo in questa prima puntata con:
GRISU’ IL DRAGHETTO
Cartone di produzione italiana creato dai mitici fratelli Nino e Toni Pagot, ideatori anche di Calimero – oltre a un’altra serie di personaggi meno famosi come Cocco Bacillo, Fantasma, Omino-goccia, Pellicano e Gelsomina. In onda sulla Rai dal 1975, attraverserà poi molti anni successivi; negli anni 80-90 mi è capitato spesso di guardarlo e ancora oggi forse è possibile imbattersi ogni tanto qualche replica su Boing. Pare che l’idea di sviluppare la storia, sia nata dopo una pubblicità su Carosello della caramella “Mentafredda Caremoli”, dove il draghetto fa la sua prima, maldestra, apparizione.
La storia: l’ingenuo draghetto Grisù, a discapito delle proprie origini e della natura di drago sputa-fuoco, vuole diventare un pompiere. Mal sopporta questa sua bizzarra idea suo padre, Fumè Draconis, orgoglioso drago di un’antica stirpe extraterrestre. Fumè ripete spesso al figlio: “Chi nasce drago fa il drago e basta!”.
Grisù attraversa le varie puntate trovandosi a fare mille mestieri, e svelando sempre, puntualmente, e maldestramente – con uno starnuto, un’arrabbiatura,.. – la sua natura di drago sputa-fuoco. Nonostante i momenti di delusione per i disastri combinati, alla fine ritorna allegro ripensando al suo sogno, con la frase di chiusura del cartone che viene ripetuta ogni puntata: “mi dispiace papà, sarò pompiere!”.
L’idea dei fratelli Pagot è bella: partendo da una delle risposte fatidiche da bambino – il pompiere! – alla classica domanda da adulto: “cosa vuoi fare da grande?”, ne costruiscono attorno una storia fantastica in cui ci sono un sacco di elementi interessanti. Vediamoli.
Intanto scelgono come protagonista della storia – guarda un po’ – proprio il drago: l’antico essere mitologico, forse il più “conservatore” di tutti, colui che viene messo sempre a difesa dello status quo: della prigione della principessa, del vello d’oro, ecc.
Insomma, il tentativo è importante: se è possibile per un figlio di drago diventare pompiere, è possibile per tutti cambiare il proprio destino! Peccato però che il draghetto Grisù non ci sia mai riuscito appieno a diventare pompiere (almeno non mi risulta nelle 52 puntate andate in onda); arriva sempre a un passo dalla gloria – salvando spesso situazioni e persone – per poi cadere alla fine nella sua maldestra natura di sputa-fuoco.
Questo negli anni 60, in Italia, quando la mobilità sociale – passaggio da uno status sociale ad un altro migliore – era diventata ambizione realizzabile di moltissimi giovani.
Interessante poi che all’interno del cartone la famiglia di Grisù sia composta essenzialmente dal padre Fumè; non c’è traccia della madre del draghetto: questo tipo particolare di contrasto sociale, di desiderio di allontanarsi dalla famiglia di origine, è qualcosa che riguarda soprattutto i padri e i figli? È una domanda comprensibile nell’Italia degli anni 60. Memorabile, a questo proposito, la puntata dal titolo meraviglioso e significativo: “la vita è un’eco”, dove il padre racconta al figlio di avere avuto anche lui da bambino – draghetto medievale – il desiderio di diventare pompiere. È davvero secondo me una puntata chiave ed ha anche una certa divertente poetica: il piccolo Fumè ci prova ma finisce per recedere quando i cavalieri – che parlano con tono e linguaggio fascistoide – si lamentano perché se lui fosse diventato un pompiere, loro sarebbero finiti disoccupati, avendo perso il principale nemico contro cui combattere.
Geniale.
Alla prossima puntata!
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Riferimenti:
Grisù il draghetto | Puntata 4 – “La vita è un’eco”:
Prima apparizione del draghetto Grisù – Carosello – Mentafredda Caremoli: