Intervista con Gianluca Magi – Il Gioco dell’eroe
14 Novembre 2014Anna e Lei
21 Novembre 2014Il senso del viaggio: Giochi finiti e infiniti – James Carse
Ci sono almeno due tipi di giochi.
Uno potrebbe essere chiamato finito, l’altro infinito.
Un gioco finito si gioca per vincerlo, un gioco infinito per continuare il gioco.
[…] Noi ci convinciamo che, seduti confortevolmente dietro il volante della nostra auto, protetti da ogni spiacevole cambiamento del tempo, e alzando o abbassando di qualche centimetro i nostri piedi, abbiamo realmente viaggiato.
Un tale viaggio non è attraverso uno spazio a noi estraneo, ma in uno spazio che ci appartiene. Noi non ci allontaniamo dal nostro punto di partenza, ma ci muoviamo col nostro punto di partenza. Partire dal nostro soggiorno prendendo posto su un’automobile i cui sedili imbottiti differiscono ben poco dalle poltrone di casa nostra, per recarci in una sala d’attesa all’aereoporto e salire poi su un aereo dove troviamo altre poltrone non molto diverse, significa esserci portati dietro la nostra origine; è essere partiti da casa senza esserci allontanati da casa. Significa essere a casa propria dovunque si debba neutralizzare lo spazio.
Di qui l’importanza di ridurre il tempo trascorso in viaggio: arrivando a destinazione il più rapidamente possibile non siamo costretti a provare la sensazione di essere partiti affatto, e possiamo avere l’impressione che nè lo spazio nè il tempo possano qualcosa su di noi: come se appartenessero a noi, e noi a loro.
Noi non andiamo da qualche parte in macchina. L’automobile non rende possibile il viaggio, ma ci dà la possibilità di spostarci da un luogo all’altro senza viaggiare. […]
tratto da: Giochi finiti e infiniti, la vita come gioco e possibilità – James Carse