Marc Augé e l’immaginazione come resistenza – Il triangolo dell’immaginario
8 Giugno 2021All’ombra del Piccolo Principe, alle origini del mito | Puntata 5/10 – La discrezione e gli abissi della Deriva
23 Giugno 2021non guardare le singole persone, guarda l’universo nel suo insieme che ti allontana quella compagnia. Non ti interrogare su ciò che muove le singole persone, prendi atto del fatto che l’universo ti sta dicendo ‘via di qua’
Ed ecco altre pietre preziose che ho trovato nei forzieri del Principe, col pensiero sempre rivolto alla “deriva” e facendo spesso dire a Saint-Exupéry il contrario di ciò che pensa, a cominciare dal Caso, in cui dice di non credere: “non ho mai visto nulla uscire dai prodotti del caso, a meno che non trovassero nello spirito [del singolo uomo] la loro misura… chiamo falsa magia e pigrizia e incoerenza il triturare ingredienti a caso nel tuo calderone aspettando un miracolo che tu non hai preparato”. Se rifiuta la magia, non per questo Saint-Exupery si getta tra le braccia della scienza: “L’albero non necessita di essere diviso in parti perché lo si conosca. Non conosce nulla chi taglia a pezzi un cadavere e analizza le ossa e le viscere. Perché ossa e viscere non servono a nulla in sé, come l’inchiostro e la pasta del libro. Ciò che conta è solo la saggezza che reca il libro, la quale però non è della loro [stessa] essenza”. Qui Saint-Exupéry sta criticando il metodo scientifico che vuole ridurre qualunque cosa alle parti che la compongono: il massimo comun divisore della conoscenza, in cui va perduto l’essenziale. La “Zona”, in particolare, non si può scomporre in parti: coloro che credono di conoscere un territorio dividendolo, non avvertiranno mai la presenza della Zona. La deriva ha senso solo se percepisci l’Altro-da-te come un’Unità in grado di giocare con te usando piccoli eventi come segnali comunicativi.
Il “bene più prezioso è il senso delle cose”, che sta nell’intero, non nelle parti. Contro tutte le forme di riduzionismo, il Principe smaschera “l’illusione della falsa scienza che consiste nello smontare per conoscere (conoscere ma non contenere, perché manca l’essenziale, come accade per le lettere di un libro se le hai mescolate…)”; e ancora: “Non andrò a cercare nei sali della terra la spiegazione dell’arancio. Perché l’arancio non ha significato allo stadio dei sali della terra. Ma nell’assistere all’ascesa dell’arancio, spiegherò attraverso di lui l’ascesa dei sali della terra… [Prima è necessario che] contempli l’unità. In seguito mediterò sui materiali e gli assemblaggi. Ma non mi informerò sui materiali verso i quali tendo, se nulla li domina… E che dedurrei dalle linee se non appartenessero ad un triangolo?”. Ho appena sperimentato un’applicazione clinica di questo modo di ragionare. Ad una paziente, che si interrogava sui possibili motivi per non essere stata invitata ad una festa, ho detto: “non guardare le singole persone, guarda l’universo nel suo insieme che ti allontana quella compagnia. Non ti interrogare su ciò che muove le singole persone, prendi atto del fatto che l’universo ti sta dicendo ‘via di qua’”.
La libertà ha due momenti: inizialmente è “libertà da”, ma subito dopo diventa “libertà di”.
L’uomo “è minacciato dalla fame senza sapere di che cosa abbia fame… Tu, uomo, sei fatto in un modo per cui gli oggetti ti sembrano vuoti e privi di vita se non sono di un regno spirituale”.
Quattro secoli di scienza sperimentale ci hanno alienato dall’Anima del mondo e dalla connessione di tutto con tutto. La deriva si propone invece di recuperare il linguaggio delle cose e di rianimare il cosiddetto “mondo inanimato”.
La sfida è quella di riconquistare la Zona, questo vecchio “medium” rinascimentale che è stato soppiantato dai mass-media: la stampa, innanzitutto, e poi dai media più recenti, dalla radio ai social network. Ma prima di tutti questi media viene il medium ambientale, col quale si può instaurare una comunicazione transumana. Il fine della filosofia oggi non è rendere più efficienti i media tecnologici, ma cercare di ristabilire la comunicazione col medium più antico; solo così può smettere di essere l’ancella della scienza e tornare ad essere passione, daimon, vocazione, sacro fuoco, arte che – come dicevano gli alchimisti – “requirit totum hominem”.
Come fa il Principe di Saint-Exupery a scoprire la passione di qualcuno? Non cerca di sapere “quello che fa, ma ciò che non dimentica mai di fare. Perché allora capisco quale dio lo domina anche se lui stesso lo ignora, e la direzione che prenderà il suo futuro. […] E’ senza dubbio nell’infanzia che occorre innanzitutto conquistarti, altrimenti sarai già plasmato, indurito e non potrai più imparare un linguaggio. [Nell’istruzione] “non mi sembra che le conoscenze debbano avere la meglio, perché istruire e far crescere è un’altra cosa e non ho constatato che la qualità dell’uomo risiedesse nella somma delle idee ma nella qualità dello strumento che permette di acquistarle. […] Ecco perché io ti farò divenire”. Qui parla il Principe, ma è come se parlasse un derivante: ho osservato “ancora una volta la città, avendola [nella mia fantasia] ridotta al silenzio e privata dei suoi movimenti” intenzionali. La città dorme nel senso che, non sapendo di ospitare una deriva, continua a vivere il solito tran tran in uno stato di trance. Per inciso, in deriva c’è bisogno proprio di questo stato di incoscienza collettiva: perché i derivanti possano giocare, occorre che i cittadini “dormano”. Il Principe, comunque, si sente responsabile “anche se la città dorme, anche se nelle azioni umane potresti soltanto trovare la ricerca dell’interesse, della felicità o dei procedimenti della ragione – della sua vera direzione sotto le stelle. […] Io sono responsabile di tutti gli atti di tutti gli uomini… Se qualcuno si comporta da vigliacco, il vigliacco sono io. Se qualcuno tradisce, sono io che tradisco me stesso…”
[continua nella puntata 5…]
LE 10 PUNTATE
“All’ombra del Piccolo Principe” di Paolo Maria Clemente è un articolo in 10 puntate a cura di Lupo e Contadino. Le prime puntate saranno disponibili liberamente sul sito; l’articolo completo sarà invece disponibile in esclusiva per i soci iscritti all’Associazione Culturale LUPO ETS.
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