IL RETROGUSTO #8
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17 Agosto 2019IGIENE NOTTURNA #9
Rubrica sul Sogno Lucido a cura di Roberto Brancati
(continua)
La salute è il primo passo.
Questa è, karma permettendo, uno stato inizialmente disposto dalla natura ma che poi diventa una scelta, una condizione da perseguire e da mantenere, punto attivo di arrivo e di partenza per ogni nuovo viaggio.
Non bisogna dimenticare che il sogno lucido non può sussistere se manca della sua materia prima: del sogno.
E la materia prima la possiamo trovare solo se abbiamo l’elemento base per eccellenza, ossia il sonno.
Che sonno…?
Il lavoro di indagine e sperimentazione sul sogno che stiamo portando avanti non può sussistere se il ricercatore non adotta uno stile di vita che gli permetta di avere un buon rapporto con la notte.
Le famose 8 ore di sonno consigliate, ad esempio, hanno come obbiettivo quello di garantirci una buona porzione di notte passata nella fase REM (Rapid Eyes Movement), cioè quell’arco del ciclo di sonno che passiamo prevalentemente sognando. Infatti la durata della fase REM in un ciclo di sonno è direttamente proporzionale al numero di cicli di sonno consecutivi che ci concediamo: in pratica se dormiamo per sei ore di seguito (4 cicli di sonno), la durata di sonno REM passerà dai 15 minuti del primo ciclo agli oltre 25 dell’ultimo.
Propedeutica
Considerando che diversi milioni di persone solo nel nostro Paese fanno ricorso ai sonniferi per addormentarsi, sembrerebbe indispensabile rifondare un’igiene del sonno ci che permetta di incontrare questo istinto primitivo con la naturalezza e la serenità che merita. Mi auguro di cuore che voler sognare, e volerlo fare lucidamente, possa essere uno stimolo per ristabilire un contatto armonioso col mondo notturno.
È necessario impegnarsi anche nel dormire e fare di tutto per sfatare il mito che l’ambire ad esperienze di sogno lucido rovini il riposo o turbi la spontaneità del sonno. Semmai è l’esatto contrario: se vuoi fare sogni lucidi devi dormire!
È importante però che arrivi all’appuntamento con il sogno come se stessi per incontrarti con l’amante più attraente e desiderato: riposata, non troppo sazia di cibo o bevande, senza impressioni troppo marcate di film, chat o frequentazioni virtuali in genere.
Lo spazio sacro del sonno, come l’antico tempio di guarigione chiamato Asclepeion, va costruito ed allestito come una camera di decompressione dalle premure della giornata: abbastanza calma e silenziosa da permetterci un ingresso al sonno il più tranquillo e cosciente possibile.
La Mission
Se deciderai di prendere seriamente il lavoro di auto-aiuto permesso dal sogno lucido, sappi che tutte le tue fatiche saranno ripagate anche solo dai pochi secondi che riuscirai a vivere sapendo di stare sognando. La sensazione di lucidità onirica è infatti paragonabile all’estasi, all’istante senza tempo dell’illuminazione, al senso di pienezza e compartecipazione al tutto che sono certo tu abbia già vissuto in qualche indescrivibile momento della tua vita onirica o di veglia.
Il sogno lucido è la prova del nove che smaschera le inerzie e le rese alle quali ci capita di soccombere inesorabilmente a causa delle soverchianti pressioni della realtà quotidiana: provare la magnificenza onironautica sposta di molte miglia i confini della normalità, i recinti entro i quali tendiamo a rinchiuderci per paura di crescere oltre il consentito.
Senza Maschere
Per attuare questo spostamento sottolineo l’esigenza di vegliare sulle piccole e indispensabili auto-delicatezze come il concedersi un sonno adeguatamente lungo ed equilibrato, l’evitare di occupare ossessivamente la mente in attività senza tregua, l’impegnarsi ad essere autentici e spontanei per non sprecare preziose energie nella difesa di maschere o personaggi che ci tengono lontani dal nostro luminoso cuore pulsante.
Le maschere, quando entriamo nel letto, vanno riposte nel camerino della notte: è fondamentale che i mille personaggi che siamo e che incontriamo durante il giorno possano essere svuotati delle mani burattinaie che li colmano e manovrano.
Né Costumi
Bisogna spogliarsi dei costumi di scena affinché lo spettacolo della vita ci racconti senza orpelli le necessarie novelle, ci restituisca le dinamiche che ci insegnino ciò che siamo e che non siamo, affinché la vista dell’accadimento vissuto e trasfigurato ci permetta di purificare il nostro approccio: tramite la pietà e la compassione verso il vinto, la sete di giustizia oltre le oppressioni, l’ammirazione e la sana tensione verso il meglio.
Anche per questo ci guardiamo le mani, quando sogniamo: per vederle nude, senza le sovrastrutture della necessaria finzione.
Il bello è che vedremo le nostre mani sempre diverse, sempre pronte a ricordarci che siamo in possesso di straordinari strumenti in costante amorevole trasformazione.
つづく
continua