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13 Marzo 2013Cliccando sui link in basso, potete ascoltare l’intervista integrale, in due puntate ad Igor Sibaldi su favole, racconti sacri, proverbi, barzellette, miti e letteratura popolare:
PODCAST I PARTE – INTERVISTA IGOR SIBALDI
PODCAST II PARTE – INTERVISTA IGOR SIBALDI
Di seguito la trascrizione di un estratto dall’intervista radiofonica, con una interessantissima lettura del trauma storico-politico italiano e la sua possibile risoluzione letterario-cinematografica:
(D. In alcuni tuoi ultimi interventi hai detto che l’Italia sta vivendo questa brutta situazione dal punto di vista storico-politico perchè sta ancora scontando un profondo trauma del passato. Puoi spiegarci un pò meglio questo concetto e a quale trauma ti riferisci?)
L’esempio è la Germania. Ha una storia molto simile all’Italia. Sono partite insieme: si formano insieme nel 1870. Una nasce sconfiggendo i Prussiani e l’altra nasce pigliando Roma. Il problema è che la Germania parte da un certo punto di vista meglio perchè è un’unione di popoli che si son messi d’accordo fra di loro (Bavaresi, Prussiani,ecc.), invece l’Italia parte male perchè parte con un genocidio. Garibaldi prende il regno delle Due Sicilie e fa la sua roba da opera lirica, dopodichè arrivano i piemontesi e lì (al Sud) fanno fuori tutto, con l’idea che è una razza inferiore. Non era vero per niente perchè era molto più sviluppato il Sud del Nord in quel periodo dal punto di vista culturale. Riducono a terra bruciata tutto quanto e questo è brutto come partenza. Poi il Veneto. Il Veneto non è che vedeva l’ora di diventare italiano, hanno fatto un plebiscito e l’hanno un pò forzato. Per cui uno Stato che nasce sulla violenza contro se stesso, parte già un pò zoppo. Dopo hanno fatto una guerra alla fine dell’800 che è stata una catastrofe (la Terza Guerra d’Indipendenza), perchè gli ammiragli italiani hanno venduto i piani agli austriaci ed hanno fatto una figuraccia spaventosa. Poi la Prima Guerra mondiale, l’Italia doveva essere neutrale: se restava neutrale la guerra durava molto meno e invece entra in guerra e la guerra diventa una catastrofe gigantesca (70 milioni di morti): non è facile per un popolo portare questa responsabilità. L’Italia poteva star fuori, ma nessuno lo dice questo, per cui resta il trauma terribile e bisogna guardarlo bene in faccia. Invece la Prima Guerra Mondiale e “Il Piave mormorò..” viene passata come un grande trionfo. E’ stato un trauma pesantissimo. Poi il Fascismo. Possono dire quello che vogliono gli storici di destra però a un certo punto Mussolini si allea con Hitler e poteva anche non farlo. Hitler era un criminale e D’Annunzio a Mussolini gliel’aveva detto (“ti stai alleando con questo ridicolo criminale”) e poco dopo misteriosamente D’annunzio è morto. Si ripete il trauma uguale come la prima volta: l’Italia doveva essere neutrale. La guerra scoppia nel 1939 e l’Italia non muove un dito. E’ entrata dopo e la perde malissimo, mollando l’alleato (la Germania) e mettendosi con gli americani e nessuno stato ha fatto mai recentemente una cosa del genere. E’ come due che vanno a rubare insieme, arriva la polizia e uno dei due dice: “l’ho preso, l’ho preso! Io sono dalla parte della polizia!”. No siete usciti a rubare insieme. Si dice: “Noi abbiamo i partigiani”. Si, ma quanti? 20.000. Troppo pochi però…
(D.Rispetto ai traumi e il modo per superarli nel tuo libro: “Quando hai perso le ali”, nella 4° di copertina c’è scritto “Rivivi, rivi ciò che ti ha distrutto. La lama cura la ferita che ha inferto.” Questo processo lo può fare anche il paese Italia e in che modo?)
Con questa serie di traumi spaventosi, quello che occorrerebbe all’Italia sarebbe: 20 film sul brigantaggio, uno dopo l’altro e non ce n’è neanche uno! Brigantaggio = tabù, nessuno ne parla e invece continuano con mafia e camorra. Il Brigrantaggio è la cosa importante: il trauma del genocidio del meridione, lotta partigiana dei meridionali in minoranza fortissima contro il superesercito piemontese, cattivissimo, uno dei più cattivi eserciti d’Europa. Poi 2 o 3 filmini anche sulla Guerra d’Indipendenza dove gli ammiragli vendono i piani agli austriaci, non stonerebbero. Poi ci vorrebbero una belle serie di film sulla Prima Guerra Mondiale e ce ne sono pochissimi, con tutte le carognate che c’erano sotto (perchè entrare in guerra?; la fregatura che ha preso l’Italia alla fine…). E poi sul ’43-’45, ci sono tanti film sui partigiani con gli “Italiani brava gente”, però sulla canagliata se n’è parlato proprio poco. Quando si parla dell’invasione russa si parla per esempio degli eroici alpini. A vederla dall’altra parte, gli eroici alpini che hanno problemi di ritirata cosa ci facevano a 3000 km da casa, in pianura, dove in Russia non c’è una montagna per 4000 km? Cosa ci facevano lì gli alpini? Erano una truppa d’occupazione che aveva dato una mano a fare i campi di concentramento e gli stermini di un bel pò di milioni di russi: totale 27 milioni di morti in quel periodo e su questo l’Italia non guarda. La Germania più brava, più democratica, partita meglio, dopo la Prima Guerra Mondiale si è beccata tutti gli insulti di tutto il mondo, la fama di canaglie, di disgustosi barbari, di stupidi. Tutto questo ha prodotto una vera e propria depressione in Germania, il loro trauma se lo son vissuto, evidentemente non abbastanza o forse troppo e lì è venuta fuori la Seconda Guerra Mondiale. Dopo la Seconda Guerra Mondiale il tedesco era sinonimo di criminale, per cui la parlata tedesca è la parlata del nazista cattivo. I tedeschi non sono così, però dal ’45 al ’95, 50 anni di film in cui il trauma gli è stato sventolato sotto il naso in tutti i modi: gli ha fatto bene, adesso la Germania è la nazione più forte d’Europa. Si sono ripresi perfettamente dopo questa terapia psicanalitica dura che hanno avuto. L’Italia no. Per esempio per quello che riguarda il fascismo, l’Italia nel dopoguerra ha tutta una serie di riproduzioni di Mussolini: primo Claudio Villa che era proprio il fantasma di Mussolini in un certo senso per l’immaginario popolare, il “Reuccio”, con gli stessi atteggiamenti spavaldi che piacevano perchè facevano rivivere il trauma ma in modo inconscio, ancora non buono. Poi Craxi, con un atteggiamento e anche un’espressione fortemente mussoliniana e attualmente questi partiti con il nome della persona e i politici di questi ultimi 20 anni, fissati sull’idea del leader massimo indiscutibile, da servire ciecamente qualunque cosa facciano. Sono tutti fantasmi, tutte ombre di quel drago vecchio, fino a che non si lega alla poltrona questa Italia e non le si fa vedere tutta questa serie di tragedie che ha combinato e non fa la sua confessione. Allora si riprende. C’è in Arancia Meccanica: per far passare la violenza al protagonista, a un certo punto lo mettono con degli affari che non può chiudere gli occhi e gli fanno vedere tutta una serie di film violentissimi, dopodichè lui diventa molto buono…E funziona, funziona…
Altri Racconti e Musica di Origine Protetta nella prossima puntata del Lupo e Contadino,
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Dialoghi, Letture e Musiche per il Risveglio, con accento tipicamente meridionale.
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