Il figlio del Caos | Vita di Luigi Pirandello
28 Giugno 2020I nastri ritrovati | Musica sottile, Dialoghi con Girolamo De Simone /4
10 Luglio 2020♬
Zap – C’è un famoso libretto di René Daumal in cui lui scrive di “poesia bianca e poesia nera“. Gurdjieff, riguardo all’effetto (ed al potere) che la musica ha sulle coscienze, parlava anche di “Musica Oggettiva“; Idee che si avvicinano a quello che racconti riguardo all’ispirazione.
C’è un’altra definizione di John Cage che, senza usare nessun linguaggio esoterico, semplicemente dice:
“Ci sono due componenti principali in ogni personalità: la mente cosciente e quella inconscia, e queste nella maggior parte di noi, sono divise e disperse in infiniti modi e direzioni. La funzione della musica, come quella di ogni altra salutare attività, è quella di aiutare a riportare ad unità queste parti separate. La musica fa questo fornendo un momento in cui, essendo smarrita la consapevolezza dello spazio e del tempo, viene integrata la molteplicità degli elementi che costituisce un individuo, ed egli è uno”.
Penso ad uno dei tuoi lavori che più mi hanno colpito “bio-energeticamente”: Inni e Antichi canti. L’ascolto attento di quel disco è come se creasse uno spazio interiore, un vuoto. Mi sono accorto subito dopo averlo ascoltato interamente, di guardare le cose in maniera diversa; sembrava che avesse effettuato una sorta di pulizia interiore ed esteriore.
Puoi raccontarmi qualcosa a riguardo di quel lavoro e più in generale degli effetti della musica?
♬
Girolamo De Simone – “Inni e antichi canti” è il secondo disco di una più ampia silloge alla quale ho lavorato tra il 2009 e il 2012 e che chiamai “Trilogia bianca”. Si tratta di tre cd i cui titoli sono collegati in modo da formare una frase:
“Ai piedi del monte”
“Inni e antichi canti”
“Di transito e di assenza”
Spesso si parte da una connotazione più vicina al nostro vissuto, che sia essa territoriale, affettiva, umorale. In questo caso, “Ai piedi del monte” segnala il complesso del Somma-Vesuvio, e in particolare la diade protezione/paura rappresentata dalle due entità rocciose che sovrastano i luoghi nei quali vivo.
Ma qui sono passati anche i canti liturgici, a causa della presenza di uno dei più importanti Santuari del meridione, quello eretto in onore della Madonna dell’Arco, e meta di sentita spiritualità popolare. Non dimentichiamo che non lontano da qui, a Pozzuoli nel 61 dopo Cristo, approdò Paolo, giungendo dalla Siria (Atti degli apostoli, 28,11-14). Quindi, ho tessuto antichi frammenti di melodie siriane ‘transitate’ da quella regione culla del Cristianesimo e finite nel gregoriano e in altre forme di canto liturgico, (come ad esempio quello beneventano) rivisitandoli in modo che non perdessero il cuore pulsante della loro forza metrica e ritmica. Ho riletto e armonizzato nuovamente quelle cellule con la sensibilità che deriva da una nuova consapevolezza compositiva contemporanea, priva di lacci e vincoli accademici, ma anche consapevole di un addensamento che definisco ‘storicizzazione consapevole’, perché ciò ch’è memoria può rivivere, benché già sedimentato, in ciascuno di noi, purché venga attualizzato, e non solo citato in modo compilativo-accademico. Quest’ultima modalità, il mero citazionismo, a parer mio, è nozione che svuota di senso qualsiasi modalità compositiva, depotenziandola e trasformandola in qualcosa di retorico. La possibilità di introiettare antiche melodie, farle rivivere nella contemporaneità più consapevole, le qualifica subito come ‘transito’, e il transito si fa ‘assenza’, vuoto nel quale è possibile accogliere, ascoltare, trasformare in unità ciò che normalmente è scisso e riconosciuto come “solo Io”. Ecco che quelle cellule musicali antichissime diventano una sorta di collante riconosciuto intimamente da chi ascolta: esse sono alla radice della nostra civiltà da migliaia di anni. Al riconoscimento fa contraltare una sorta di spaesamento, perché l’evidenza di vederle attualizzare ci mostra un cammino e un ‘compimento’ che sono là, a disposizione di chiunque voglia ascoltare e, cosa importante, fare suo – e nuovo – il Percorso, trasformarlo ulteriormente, risalire a una fonte ascoltata da bambini, magari in oratorio, o dalle labbra di una nutrice, un’anziana del paese, una nonna…
Appare nella sua chiarezza come sia possibile trasformare il mondo, nella percezione della sua unità di fondo, trasformando anche solo una delle prospettive d’ascolto. In quasi tutte le narrazioni sulla creazione del mondo alcune sillabe lo formano in virtù di una forza primordiali, suoni messi in comune, attraverso una ritualità consapevole della dimensione del Sacro. Anche l’etimologia di Graal, che in uno studio (“Musica sottile”, Napoli 2016) ipotizzo essere null’altro che un Graduale che conteneva musica vocale, parrebbe dimostrare questa capacità distruttiva/creativa del Suono. Che poi, in definitiva, è frequenza… “vibrazione con”.
Ascolta il meraviglioso disco “Inni e antichi canti” di Girolamo De Simone:
“Musica sottile”
è un dialogo attorno alla Musica e allo Spirito fra Antonello “Zap” Palladino e Girolamo De Simone. Verrà pubblicato in cinque puntate settimanali.
A conclusione della serie, invieremo a tutti gli iscritti alla newsletter del lupo, nel “Giornale di Bordo” mensile, l’articolo integrale.
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Girolamo De Simone, nato a Napoli, vive e lavora alle pendici del Monte Somma, a ridosso del Vesuvio. Musicista e agitatore culturale, è considerato come uno degli esponenti delle avanguardie italiane legate alla musica di frontiera.
Pianista, elettro-performer e compositore, dopo l’esordio ufficiale (a Napoli, Villa Pignatelli, nel 1982, con Luciano Cilio), ha conosciuto personalità quali John Cage, Elliot Carter, Michael Nyman ed ha lavorato/interagito con alcuni dei più importanti compositori contemporanei, tra cui Luc Ferrari, Vittorio Rieti, Pietro Grossi, Luciano Chailly, Giuseppe Chiari, Daniele Lombardi, Giancarlo Cardini, Enrico Cocco, Ludovico Einaudi, Tuxedomoon e numerosi altri protagonisti della musica italiana e internazionale.
3 Comments
Una splendida scoperta. Grazie!
Vedrai le prossime…
Thank you very much for the invitation :). Best wishes.
PS: How are you? I am from France 🙂