La Musica Bianca, lo Spaesamento e l’Antico | Musica sottile, Dialoghi con Girolamo De Simone /3
2 Luglio 2020Poetica del Gioco antico | Il trottolaio
11 Luglio 2020♬
Zap – Fra i tuoi moti artistici ce n’è uno a cui hai accennato – “I nastri ritrovati” -, che è il nome di un tuo lavoro, ma mi pare di intuire anche volontà generale di far riemergere importanti voci di ricercatori musicali misconosciuti. Uno dei tuoi ultimi progetti riguardano Luciano Cilio – “I nastri ritrovati“, appunto. Di Cilio, purtroppo, si conosce molto poco, se non forse un disco – di intensità e drammaticità enormi: “Dialoghi sul presente“.
Si percepisce un rapporto molto profondo da parte tua con la sua arte – perdonami per questa mia richiesta di sintetizzare attraverso poche righe, ma credo sia importante dare alcuni punti di riferimento umani e artistici su Luciano Cilio.
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Girolamo De Simone – I “Nastri ritrovati” sono contemporaneamente il nome di un Lp (e successivamente di un cd con numerosi extra) e quello di una collana. Misteriosamente, dopo quarant’anni di ricerche è spuntato dall’archivio di Eugenio Fels una bobina non classificata. Insieme stavamo effettuando una ricognizione delle incisioni in suo possesso. Ma inaspettatamente, invece di una composizione di Fels per pianoforte, vengono invece fuori prove e brani per chitarra che riconduciamo a Luciano Cilio, il nostro amico scomparso. L’ipotesi, che tale deve restare per rigore scientifico, viene in parte confermata da molteplici frammenti in cui si ascolta la voce di Luciano, che dà suggerimenti agli interpreti che stanno incidendo. Paretendo da quella bobina, e dopo centinaia di ore di lavoro, ho potuto ricostruito una serie di tracce, alcune identiche, pur se ripulite e restaurate, altre più lontane da ciò che era inciso sui due lati della bobina. Successivamente, come accennavo, i “Nastri ritrovati” sono diventati una collana dell’etichetta Konsequenz/Liszt. Mi sento infatti più motivato a lavorare “per altro”, piuttosto che soltanto per inquieto edonismo identitario. Nel mio percorso campeggia l’omaggio a quelle che chiamo ‘memorie inconciliate’, musicisti rimossi dalle accademie, protagonisti di grandi rivoluzioni, ma ancora misconosciuti o sottovalutati. Per alcuni di questi, si è riusciti a correggere il tiro, a inserirli in percorsi di ascolto o di circuitazione culturale. Per altri, invece, la battaglia è ancora in corso. Cito, tra tanti, Giuseppe Chiari, Pietro Grossi, Luciano Cilio, Antonello Neri. Ma l’elenco potrebbe essere molto più lungo… A questa collana di “Nastri ritrovati” fa contraltare la collana di “Approdi”, che invece comprende, come lo stesso titolo suggerisce, anche i più giovani, affiancati a compositori già documentati. Ad esempio, nel secondo disco di Approdi, assieme a nomi più noti, come Enrico Renna, Gabriele Montagano, Luigi Esposito, Tiziano Citro, Vincenzo Gualtieri, appaiono emergenze in parte già consolidate, come Lorenzo Pone, Alessandro Laraspata, Maria Porta, Claudio Panariello, Bernardo Maria Sannino. Tra i più giovani vi è l’esordio discografico di Andrea Riccio, che presenta assieme alla violoncellista Ermina Kacani, in prima assoluta su disco il brano “Suiff” di Luciano Cilio. Vi è poi la novissima musica di Francesco De Simone, fatta di suoni possenti ma anche di ricami delicati che sorgono in fessure testurali. Francesco, che pur essendo legato a me da vincolo di sangue, mostra una totale autonomia discorsiva ed estetica. Voglio infine
citare Angelo Greco, grande clarinettista che fa rivivere una composizione mutante come “Trieb”, lavoro imprescindibile di Gabriele Montagano, che era tra gli animatori del Gruppo Ricerca e Sperimentazione, cellula dalla quale nacque Konsequenz.
A tal proposito voglio terminare raccontando un episodio inedito: dopo la scomparsa di Luciano Cilio, nel maggio del 1983, Il Gruppo Ricerca e Sperimentazione organizzò un concerto nel Santuario di Madonna dell’Arco, casa madre dei domenicani e meta di importanti pellegrinaggi spirituali. Tutto il mio agire si muove all’ombra della fede e di questo Santuario, traendone forza e ragion d’essere. Nell’intervallo di quel lontano Concerto si tenne la prima commemorazione di Luciano, l’ 11 giugno del 1983. Il poeta Lello Voce lesse suoi componimenti e io improvvisai all’organo maestoso della Cattedrale, su cellule tratte da quella stessa “Suiff” che oggi vede la luce in “Approdi-2”. Ti racconto tutto ciò per rendere evidente una mia aspirazione al compimento, che se non s’apre ad altro e ad unità, è nulla.
“Musica sottile”
è un dialogo attorno alla Musica e allo Spirito fra Antonello “Zap” Palladino e Girolamo De Simone. Verrà pubblicato in cinque puntate settimanali.
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Girolamo De Simone, nato a Napoli, vive e lavora alle pendici del Monte Somma, a ridosso del Vesuvio. Musicista e agitatore culturale, è considerato come uno degli esponenti delle avanguardie italiane legate alla musica di frontiera.
Pianista, elettro-performer e compositore, dopo l’esordio ufficiale (a Napoli, Villa Pignatelli, nel 1982, con Luciano Cilio), ha conosciuto personalità quali John Cage, Elliot Carter, Michael Nyman ed ha lavorato/interagito con alcuni dei più importanti compositori contemporanei, tra cui Luc Ferrari, Vittorio Rieti, Pietro Grossi, Luciano Chailly, Giuseppe Chiari, Daniele Lombardi, Giancarlo Cardini, Enrico Cocco, Ludovico Einaudi, Tuxedomoon e numerosi altri protagonisti della musica italiana e internazionale.