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9 Ottobre 2019Decentrare il centro. La poetica di Franco Arminio
Scrissi questi pensieri due anni fa, dopo essere tornato dal festival ‘La Luna e i Calanchi’ di Aliano, ed aver conosciuto di persona Franco Arminio.
Con Franco, ed in collaborazione con Serena Cerè di Energie Armoniche, abbiamo organizzato un intenso workshop, a Bologna, questo weekend.
Ripropongo questi pensieri che ho ritrovato osservando il modo di Franco di organizzare – poeticamente – le improvvisazioni di spazi e tempi durante il workshop. Qualcosa che ha secondo me un suo valore ed efficacia simbolica, oltre le parole.
Decentrare il centro. La Luna e i Calanchi di Aliano.
C’è un negozietto nella periferia di Bologna dentro una casa dipinta di verde. Vende pentole.
Lo confesso: a me l’idea sociale, architettonica, esoterica di centro non mi convince più molto. Cioè ha avuto certo la sua utilità, non lo nego. Il centro di gravità permanente, i centri storici, l’essere centrati, i centri direzionali, i centri commerciali. Qualche settimana fa ero alla Luna e i Calanchi, festival – bellissimo – organizzato da Franco Arminio ad Aliano, in Basilicata. Uno dei tanti aspetti belli che mi ha colpito è il modo delle cose del festival di diffondersi attraverso gli spazi vuoti, solitamente svuotati, del paesino. Il fatto che in qualunque momento, in qualsiasi posto, succeda sempre qualcosa, magari piccola, eppure importante – contemporaneamente. Si capisce già leggendo i “verso” nel programma: sì ci sono gli eventi principali – “verso le quattro, verso le cinque…” – le cose “importanti” da seguire, ma attorno e dietro è come se ci fosse una specie di intenzione, credo spontanea, a questa diffusione delle cose, alla perdita di significato del tempo; un invito all’allargamento degli spazi interiori.
I calanchi.
Non ho avuto per esempio mai nessuna preoccupazione di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato, come può capitare a volte nei festival molto ricchi di cose. Questo favorisce l’apertura dello sguardo e del contatto umano. Il rilassamento. Non è poco.
Essere diffusi non è disperdersi, non è come navigare in internet, non è il contrario dell’essere centrati; sì forse a volte perdersi, volontariamente, ma è un’altra cosa. È una forma di calpestio del mondo ma più delicato. Distribuire l’attenzione sui piedi, sul fegato, magari sulla punta del mignolo, sull’altro. Alleggerire la testa e il cuore. Togliergli la dittatura dell’attenzione.
Mi pare una filosofia importante. Una qualità psicogeografica degli spazi, e anche un modo per vivere e dare significato più in profondità alle cose del mondo.
Essere diffusi,
cercare il senso in tutte le strade a prescindere dai loro monumenti.
Ho preso una maglietta dove c’è scritto su:
“Prendi un angolo del tuo paese
e fallo sacro.”
L’ha scritto Franco Arminio.
Se poi vuoi riascoltare la conversazione fra Franco Arminio e Selene Calloni Williams al Mercato del Benessere a Bologna, sabato 7 settembre e che abbiamo trasmesso in diretta radio, la trovi qui: