QUAL E’ IL MITO CHE INCARNIAMO? | Puntata 1
25 Marzo 2021All’ombra del Piccolo Principe – Alle origini del mito | Puntata 1/10
9 Aprile 2021di Antonello “Zappatore” Palladino
Nella puntata 1 eravamo partiti dall’errore che ci ha portati a scoprire il dio Pan. Dall’ “errore” all’ “errare” la traiettoria è stata praticamente istantanea.
Contro la retorica dell’errore
Sull’errore esiste tutta una retorica che ci accompagna dai primi anni di scuola (“sbagliando s’impara…”), alle filippiche sul modo di procedere della scienza – scienza che poi, però, nell’applicazione di questo principio, si trova spesso a dover fare i conti con imbarazzanti autoritarismi interni, che somigliano più a giochetti di potere che a processi di evoluzione.
La retorica, poi – l’uso abitudinario e scontato delle parole, è come una specie di strato di melassa che impedisce di viverle appieno come individui. Di farne esperienza.
Perdersi – il mito della rete internet
L’errare come metodo di esplorazione del mondo, esilio dalle certezze, è una pratica difficile: vuol dire in qualche modo: “perdersi”.
“Perdersi” può essere un fatto intenzionale – pensiamo per esempio alle derive psico-geografiche di Debord o al “gioco della deriva” del nostro amico Paolo Maria Clemente -, una scelta cosciente e deliberata di procedere dell’individuo; oppure può essere una situazione in cui ci si ritrova all’improvviso, spinti da qualcuno (l’ ”esilio”) o da qualcosa – una crisi, per esempio. Le due situazioni, pur apparendo in tutto e per tutto simili dall’esterno, internamente sono proprio opposte. Questa banale differenza fra dentro e fuori è fondamentale per inserirla (capirla e forse risolverla?) all’interno di un racconto, di un mito: ti sei perso deliberatamente, oppure è stato “qualcuno” a spingerti lì (una parte di te che non conosci e non controlli; un’autorità;…)?
Pensiamo per un po’, solo per un po’, alla situazione collettiva in cui ci troviamo: sono definiti bene i punti di riferimento e attribuiamo loro abbastanza autorevolezza per poter essere dei punti di riferimento stabili? Ci vengono inviati messaggi coerenti? C’è una visione chiara della direzione verso cui ci stiamo muovendo?
Se la risposta a queste tre domande è: no, andiamo avanti.
C’è un’ altra cosa a cui vorrei pensare insieme, prima di passare al racconto del mito.
Lo strumento che più utilizziamo in questo momento, anche qui, anche ora, è la rete – internet. Il “web”, lo dice il suo nome è una ragnatela.
Qual è la caratteristica funzionale principale di una ragnatela?
La ragnatela è una trappola. La rete ha carattere predatorio. Questa ipotesi di racconto appare interessante per pensare a strategie di movimento al suo interno. Chi sono i ragni? E chi le prede? La risposta potrebbe non essere così scontata come appare a un primo momento…
E poi, soprattutto, qual è il mito o i miti che meglio “incarnano” la situazione del “perdersi”?
Ne parleremo nella puntata 3, la prossima…
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