Genesis – Il concerto di Jorma Kaukonen al Folk Club di Torino
25 Maggio 201223 Maggio 2012 – Anno domini del Grande Cambiamento
Sono sul treno che va da Bologna a Torino. Fra scosse, attentati, assurde crisi finanziarie e politica allo sbando, una parte grossa dell’Italia è sotto pressione. Il cambiamento preme forte e il tempo scorre molto velocemente per tutti. Mi torna in mente un famoso detto, sentito centinaia di volte quando ero più piccolo, che collega stranamente i treni con una certa fortuna che passerebbe una volta sola nella vita. Chissà perché proprio il treno. Sono seduto comodamente sulla scomoda poltrona di trenitalia, non faccio niente se non osservarmi. E’un momento in cui me lo posso permettere in gran tranquillità. Viaggiare in treno è infatti una delle cose che mi rilassa di più, mi fa sentire sospeso, mi alleggerisce. E’ il momento in cui non hai nessuna ansia, né quella da partenza, né quella dell’arrivo, né quella della guida. Puoi goderti semplicemente appieno il “durante”.
Stasera a Torino c’è il concerto di Franco Battiato nella regale Piazza San Carlo. Mi guardo intorno e il treno è pieno di persone che lavorano, indossando perfettamente la loro maschera quotidiana: vestiti scuri e rigorosi, blackberry, auricolari e computer portatile. Penso, un po’ arrogantemente, che nessuno di quelli stiano su quel treno per andare ad ascoltare il concerto. Di fianco a me c’è un ragazzo, avrà la mia stessa età, ricciolino, barba incolta ma curata, incassato ricurvo sulla poltrona nel suo completo giacca e cravatta grigio, con il portatile sulle ginocchia, parla al telefono di dati, diagrammi e scadenze. Sembra visibilmente scocciato. Infatti quando chiude la chiamata scuote la testa in un misto fra sconsolatezza e rabbia. Mi sento distante da quella situazione, ma allo stesso tempo provo ad immaginarmi nei suoi stessi panni, manager rampante, tassello perfettamente incastrato di quella grossa e potente entità che è l’”azienda” e provo uno strano misto di curiosità e repulsione, tipico della mia personalità schizofrenica. Mi chiedo se il cambiamento dell’Italia passi anche da lì, dai lavori scanditi dalle 8 ore al giorno davanti a un computer a prendere e dare ordini, cercando sempre di rispettare rigidamente la gerarchia dei “copia per conoscenza”.
La folla. La piazza è piena di persone. La “gente” è un concetto che non mi è mai piaciuto, mi mette a disagio. Ho sempre trovato le masse stupide (“stiamo diventando come degli insetti simili agli insetti”), facilmente manipolabili e gestibili a proprio piacimento del potere. Da quando ho imparato però a pensare e ad osservare le persone una ad una, a pensarle e guardarle come singole individualità, il momento della permanenza in quel mare di sensazioni ed emozioni che si scatenano durante un concerto, è un momento molto interessante da osservare,che dà bene il “polso” di ciò che sta succedendo e della capacità, dell’intenzione e della forza comunicativa dell’artista. Battiato quel polso ce l’ha bene, uno che ha avuto la capacità di sviluppare e trasmettere in musica “popolare”, concetti spesso difficili delle filosofie esoteriche (“Centro di gravità permamente”,ad esempio, che è forse la sua canzone più famosa, riprende una teoria molto interessante di Gurdjeff). Tutte le sue canzoni sono uno spunto di ricerca eccezionale.
Guidata sapientemente dalle note dei suoi classici, l’atmosfera che si crea gradualmente nella piazza è carica emozionalmente di molta energia positiva. Basta guardarsi attorno.
Battiato sta cantando “Shock in my town”, altra canzone con riferimenti alle teorie di Gurdjeff (gli shock addizionali servirebbero a fare un salto evolutivo, lì dove l’energia ha un momento di stallo). La telecamera inquadra le persone. A un certo punto l’inquadratura si ferma su un primo piano di un ragazzo: è ricciolino, barba incolta ma curata, maglietta rossa a maniche corte, braccia al cielo, sorridente e con gli occhi lucidi, dal labiale segue alla perfezione le parole di una canzone con un testo difficile.
E’ incredibile, è lui,è il manager rampante, a vederlo così sembra abbia 10 anni di meno.
Scrivo un sms ad Elvi e Ricky, che sono in diretta in radio: “Cazzo ci vorrebbero più Battiato in Italia!”
Lo Zappatore
La scaletta del concerto:
- Up patriot to arms
- Un’ altra vita
- Il ballo del potere
- In eres auge
- I treni di Tozeur
- Caffè de la paix
- Gli uccelli
- La cura
- Shock in my town
- Prospettiva Nevski
- La stagione dell’amore
- E ti vengo a cercare
- Tutto l’universo ubbidisce all’amore
- Summer on a solitary beach
- Voglio vederti danzare
- Cuccurucucù
- L’animale
- Stranizza d’amuri
- Centro di gravità permanente
Altri racconti e Musica di Origine Protetta nella prossima puntata del Lupo e Contadino,
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Dialoghi, Letture e Musiche per il Risveglio con accento tipicamente meridionale.
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