Nell’ultima puntata del Lupo e Contadino, abbiamo intervistato il poeta Vincenzo Costantino Cinaski.  Volevo scrivere qualche pensiero parallelo ispiratomi dal suo libro: “Chi è senza peccato non ha un cazzo da raccontare”. Che titolo! Sicuramente il migliore che mi sia capitato negli ultimi mesi.  A me piacciono i titoli dei libri, dei film, delle canzoni. Riscattano le brutture di quegli altri titoli, quelli dei ruoli. Il dott.avv.cav.ing. A proposito, i titoli, secondo me hanno molto a che fare con la poesia. Possono dire in poco tantissimo oppure, al contrario, nascondere dietro quel poco una grossissima merda. Possono incantarti o allontanarti. Essere essenziali e sinceri, oppure bugiardi e ingannatori, nella maniera di una frecciata.  Possono aprirti delle porte (“Apriti sesamo” non era più o meno come un titolo?). Poi, ho ascoltato un sacco di canzoni, grazie ai loro titoli. Forse grazie anche ai titoli delle sue canzoni, ho potuto conoscere ed esplorare e godere della musica di Frank Zappa, forse il migliore titolista che io conosca nel mondo della musica rock.

Tutta l’intervista a Vincenzo Costantino la trovate a questo indirizzo:

http://www.spreaker.com/user/radiohirundo/lc_intervistavincenzocostantinocinaski

Qui di seguito qualche estratto divertente dall’intervista:

(La poesia può avere una funzione politica?)

VCC – (Risata) Ma magari ci fosse un poeta alla Presidenza del Consiglio….No, è un ruolo che non è suo, anche se può darsi che siano vicine POesia e POlitica intese letteralmente, almeno per quello che mi riguarda perchè sempre alla gente dovrebbero rivolgersi. Una ce la fa. La poesia ce la fa, finchè il ruolo del poeta rimane quello di un uomo in mezzo agli uomini. La politica credo che non ce l’abbia mai fatta o se ce l’ha fatta forse agli inizi quando nacque, perchè non è mai stata concepita come esercitata fra gli uomini in mezzo agli uomini, ma da uomini sopra gli uomini e non ce la faremo mai…è dura…finchè  c’è un sopra e un sotto non vedo via d’uscita. Salite e discese sono piacevoli quando diventano discese e difficoltose quando diventano salite, ma il sogno è il mare.

AZP – A meno che il sopra e il sotto non riescano a coincidere a un certo punto.

VCC – Io avevo un suggerimento tempo fa: proviamo a fare le salite camminando al contrario almeno non perdiamo il punto di partenza, l’origine.

TMR – Se si sta sopra e sotto bisogna fare l’amore praticamente…

AZP – Nella posizione classica

VCC – Si peccato che la posizione in cui siamo in questo momento, non è quella…

(Che rapporto hai con le rime?)

VCC – Un rapporto baciato…Le rime non sono cattive, sono i custodi della prigione…Sei costretto a scegliere una parola piuttosto che un’altra.

AZP – Io vorrei proporre un modo di fare rime diverso: fare le rime con gli inizi delle parole e non con la fine. E’più difficile

TMR – Pochi la coglierebbero, però…

VCC – E si, perchè già so che rima faresti con cuore…

(La poesia parla all’individuo o ai popoli?)

…La poesia è anarchica e individualista, nel senso che si preoccupa dell’uomo, della persona, non parla ai popoli e non deve parlare ai popoli perchè ognuno ne dà la sua interpretazione, ognuno la assimila, la deglutisce e la digerisce come meglio crede, per cui non ha uno scopo di nutrimento di massa, ma perchè sarebbe molto pericolo che fosse così…E invece è bello che nutrisca qualcuno per il modo giusto in cui venga nutrito. La stessa poesia può nutrire me, te o Mannaro in maniera diversa, però l’importante è che ci nutrisca.

Nella sezione Video, abbiamo aggiunto una bella lezione di scrittura proprio di Vincenzo Costantino. Da non perdere!

Altri Racconti e Musica di Origine Protetta nella prossima puntata del Lupo e Contadino,

IN ONDA OGNI MARTEDI, alle 21:30 su RADIO HIRUNDO.

Dialoghi, Letture e Musiche per il Risveglio, con accento tipicamente meridionale.

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