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5 Gennaio 2013Paraculi etimologici o fonte di saggezza? – Il fantastico mondo dei Proverbi
“La verità era questa: che la vita è non-senso”.Leone Tolstoj – Le confessioni “Il contrario di una verità profonda può essere un’altra verità profonda” Niels Bohr .
Il mondo dei proverbi è un mondo che mi attira profondamente ma devo ammettere che ci sono moltissime cose a riguardo che mi sono ancora oscure.
La prima appare banale: esistono proverbi per tutto e per il contrario del tutto. Di esempi ce ne sono tantissimi: “Paese che vai, usanza che trovi” contro “Tutto il mondo è paese”; “Chi fa da sé, fa per tre” contro “L’unione fa la forza; “Chi non risica non rosica” contro “Chi si accontenta gode”, e ce ne potrebbero essere molti altri di esempi. E allora? La logica a questo punto direbbe semplicemente che tale tipo di verità è inutile e pure un po’ paracula. Che verità è mai una verità costantemente contraddittoria e paradossale, come quella proposta dai proverbi? Eppure c’è addirittura un intero capitolo della Bibbia che si intitola “Proverbi”. Possibile lasciare questi detti solo alla “diceria popolare”?
La prima risposta potremmo provare a trovarla nell’etimologia stessa della parola “proverbio”, dal latino pro-verbum, cioè: a favore della parola. Semplice paraculaggine etimologica?
Riflettendo un po’ su questa definizione, mi è successa una cosa interessante: molti proverbi che apparentemente apparivano come contraddittori improvvisamente, dando la giusta attenzione alle singole parole del proverbio, cambiavano completamente di significato. Per esempio prendiamo: “chi fa da se’ fa per tre” e “l’unione fa la forza”. Visti letteralmente, questi due proverbi non sono per niente contraddittori. Chi lo dice che l’unione vuole dire l’unione di più persone, come comunemente si intende? L’unione potrebbe benissimo voler dire l’unione di UN solo individuo, attraverso la creazione di quel famoso centro di gravità permanente della canzone di Franco Battiato, di quell’osservatore esterno che permetterebbe di unificare le diverse personalità dell’individuo. In questo modo la chiave di lettura di un proverbio (come di una favola anche) è allo stesso tempo molto difficile e molto affascinante da afferrare perché riguarda te direttamente e deve riuscire poi a spogliarsi dai tanti veli di preconcetti a cui l’hai legata ascoltandola dagli altri. Si vabbè è un bel discorso filosofico questo, ma ce ne sono tanti altri di proverbi che sono davvero indifendibili da questo punto di vista. E allora?
Un altro interessante uso dei proverbi l’ho appreso dalla Dott.ssa Gabriella Mereu che nel suo libro: “La malattia, la trappola dell’eros”, spiega l’utilizzo dei proverbi come chiave di lettura archetipica per le malattie. I proverbi quindi non sarebbero solo delle belle frasi ad effetto di saggezza popolare, ma diventerebbero delle vere e proprie descrizioni dettagliate delle caratteristiche delle maschere delle migliaia di personalità che usano (e in rari casi vengono usate da) gli uomini. Molte malattie indossano infatti nelle loro esternazioni in maniera perfetta, secondo la dottoressa, i proverbi ed espressioni del linguaggio popolare. Da qui il nome della sua terapia: la “Terapia Verbale”.
La terza riflessione è la più spinta, quella che riesco a dettagliare meno, ma penso forse anche la più affascinante. I proverbi sarebbero un’espressione “quantistica” del linguaggio. Servirebbero infatti come chiavi per decifrare una realtà che è lontana da qualsiasi verità assoluta, ma è sempre un po’ più in là della propria comprensione. Ed è in quel “po’ più in là” che è il vero enigma che vale la pena cercare di raggiungere.
Un ultimo punto di riflessione riguarda il fatto che i proverbi siano sempre anonimi, non si sa mai chi è il loro autore. Questo potrebbe andare benissimo a supporto della prima tesi (il paraculo), per la seconda (maschera archetipica, ma poi capire chi è che l’ha messa è un bel casino) e per la terza (il principio d’indeterminazione dei Proverbi).
A questo punto potete scegliere voi l’uso che vi piace di più dei proverbi: paraculo etimologico, maschera archetipica, espressione quantistica del linguaggio, oppure suggeritecene altri ancora, sicuramente ne riparleremo in una delle prossime puntate del Lupo e Contadino al ritorno dalle ferie radiofoniche.
Buone feste.
Zappatore
Nella sezione Video del blog abbiamo inserito un’interessante intervista a Claudio Nutrito, ricercatore nel campo del marketing creativo e del pensiero laterale, dei paradossi, dei proverbi e degli aforismi.
Vi ricordiamo che Il lupo e Contadino RITORNA IL 15 GENNAIO solo su RADIO HIRUNDO!
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