Zappaning – Puntata radio dedicata a Frank Zappa
15 Dicembre 2014Lo Schiaffo di Babbo Natale
26 Dicembre 2014sèrio agg. [dal lat. serius]. –
1. Che ha o rivela impegno, ponderatezza, attenta considerazione, pacata gravità, comunque un atteggiamento opposto o lontano da qualunque scherzo e ilarità:
Treccani.itDa ora in poi si scherza sul serio!
Frase di Giovanni Calonzi, mentre consegna la sua prova all’esame di StatoSi vede che ascolti Frank Zappa, da come metti le virgole in quello che scrivi.
Frase del Commissario, mentre consegnava a Giovanni Calonzi i risultati dell’Esame di Stato
Buongiorno,
accostare a FRANK ZAPPA il termine “serio” è un errore. E non perchè non lo fosse, serio: nella sua dedizione totale alla musica, alla composizione, alla richiesta dell’esecuzione tecnicamente perfetta da parte dei suoi musicisti; ma allo stesso tempo, non lo era di sicuro: nella ricerca dei suoi testi, nel suo stile-non-stile musicalmente molto colorato di dissacrare tutto e tutti, nell’uso in quantità enorme di doppi sensi, nel modo creativo di dare i titoli ai suoi pezzi (rimane, per me, il più grande “titolista” della storia della Musica mondiale).
Zappa, insomma, è stato sicuramente uno dei più complessi e paradossali (con l’accezione positiva) artisti di tutto il Novecento.
Proverò a proporre in questo articolo un breve percorso, una traccia, che possa fare da suggestione all’ascolto in una parte musicalmente più complessa del suo immenso lavoro.
.
Ecco, intanto, cosa dice Frank Zappa , attorno al concetto di cosiddetta musica “seria”, o musica “classica”. Interessantissimo:
“Vorrei spiegarvi un po’ cos’è la musica seria. Quella che la maggior parte della gente definisce musica seria, in effetti, non è affatto seria. E’ stata fatta molta propaganda della musica classica sin da quando è stata inventata. Esaminiamo brevemente la storia della musica classica: quelli che oggi definiamo “i grandi capolavori della musica” furono composti per soddisfare i gusti dei sovrani, della Chiesa o dei dittatori, in quanto erano loro che pagavano. Se un compositore era dotato di uno stile che piaceva a quelli che all’epoca pagavano, ecco che aveva successo. Faceva successo, lavorava, insomma sopravviveva. Se non piaceva a quelle persone, era finito, gli tagliavano le dita, o la testa, oppure lo mandavano in esilio: non c’erano molte vie di mezzo. Basta consultare un testo intitolato “World Dictionary of Music and Musicians”. Vedrete che nel corso dei secoli ci sono stati compositori che hanno avuto successo e altri che non ne hanno avuto. Ma ciò che non è necessariamente legato alla qualità del loro lavoro, ma piuttosto alla loro capacità o meno di incontrare i gusti del committente. Ed oggi è la stessa cosa. Quindi tutte le norme, le norme accettabili della musica classica non sono altro che le norme del gusto della Chiesa, dei sovrani o dei dittatori che nel corso dei secoli hanno pagato le composizioni musicali. Non riflettono quindi i gusti della gente, la quale non aveva alcun potere decisionale.
Voi affermate che a me interessa la musica seria. In effetti, io prendo il mio lavoro molto sul serio ma lo considero come entertainment, ed entertainment per coloro cui piace quel tipo di entertainment. Io non compongo per i re, per la Chiesa o per i governi, ma per i miei amici ed è così che vorrei che si percepisse il mio lavoro: come entertainment. Che sia scritto per band di rock’n’roll o altro, non fa differenza. E’ la stessa gente che ascolta quella musica. Ho fatto diversi album per orchestra, che però non vengono acquistati da quelli che vanno a sentire i concerti di musica sinfonica, ma dalla stessa gente che compra il rock’n’roll. Magari una categoria particolare di quelli che ascoltano rock’n roll.”
Bene,
Queste 3 tracce sono dall’album: YELLOW SHARK, registrazione dell’ ultimo concerto di Zappa con l’Ensemble Modern. In ognuna di queste 3 tracce, c’è qualcosa di fortemente caratterizzante, rispetto a quello scritto nell’introduzione.
1.Welcome to the United States: Comicità; critica di grande ironia alla politica immigratoria statunitense, il tutto trattato sotto una variazione musicale di generi, di suoni, di rumori, incredibilmente teatrale.
2. Questi cazzi di piccione. A proposito di titoli creativi, questo è geniale, come l’esecuzione del brano, che porta a ricordare e a provare fastidio proprio fisico, per le incursioni pennutesche; brano che contiene pure un errore grammaticale di Zappa, con “piccione” scritto al singolare invece che al plurale.
3.G-spot Tornado. Questo è stato l’ultimo brano eseguito da Zappa in concerto. Brano strumentale molto complesso. Una curiosità rispetto al titolo: la traduzione di “G-spot tornado”, sarebbe più o meno il “tornado del punto G”, mitica e anche un pò mitologica, zona erogena femminile. Beh, a causa di questo titolo, il “materno” (inteso nel senso negativo del termine) RIAA – Record Industry Association of America, con cui Zappa ebbe dei forti contrasti qualche anno prima (ascolta, per riferimenti a questa vicenda, il disco: “Frank Zappa meets Mothers of Prevention”), fece mettere il famigerato bollino “Parental Advisory, Explicit Content”, su un disco di Zappa (“Jazz from Hell”), completamente strumentale!
Di questo brano, vi invito soprattutto a vivere la fine del video, in cui la telecamera coglie lo sguardo serio, profondo, commosso e malinconico di Zappa, seduto da solo su una cassa.
Zappa che, due anni dopo, avrebbe purtroppo abbandonato il pianeta Terra, per altre mete.
Alla fine dell’esecuzione del brano, Zappa fa segno con la mano verso l’orchestra “C”, il nostro “DO”, nella notazione inglese. Il Do, la Grande Nota, l’ultima eseguita in pubblico da Frank.
.
L’ultima proposta per questa breve ispirazione all’ascolto, è la parte 2 dell’album LUMPY GRAVY, primo esperimento compositivo nella carriera di Zappa. Album, diviso in due tracce assurde.
4. Lumpy Gravy – Part two. L’ultimo brano in questa proposta, è forse il più “hard-listening”: un ricco e surreale montaggio di elucubrazioni, voci, barzellette e frasi musicali molto diverse fra di loro. Ma, proprio all’inizio del brano (sec.20), si sente una frase che è, secondo me, una delle possibili chiavi di lettura, sempre comunque velata di ironia, per avvicinarsi alla Musica “Totale” di Frank Zappa,
e fa così:
Tutto nell’universo è, è | È fatto di un elemento, | Che è una nota, una sola nota. | Gli atomi sono in realtà vibrazioni, sai, | Che sono estensioni della GRANDE NOTA, | Tutto è una nota.
Se vuoi riascoltare, infine, l’intervista del Lupo e Contadino, a Michele Pizzi, autore di Frank Zappa for President; Alessandra Izzo, autrice di Frank Zappa e il resto del mondo, e Massimo Bassoli, puoi cliccare qui e troverai il podcast:
.
– ZAPPANING –
4 Comments
ci sono un sacco di cose belle e grandi che si possono ricordare di Frank Zappa, me ne vengono in mente un paio, la sua telefonata a Edgar Varese, ma lui non c’era, e i “Plastic People of the Universe”.
mi sa che adesso riascoloo Greak out! 🙂
Il suo rapporto con Varese è mitico, così come mitico è il suo commento al disco in cui era contenuto Ionization.
I “Plastic People of the Universe”, invece mi mancano. What about?
a Praga, nel 1968, di formò un gruppo chiamato “Plastic People of the Universe”, l’omaggio a Frank Zappa era esplicito nel nome.
ci furono i carri armati e per 20 anni i componenti del gruppo entrano ed escono di galera a ripetizione (http://en.wikipedia.org/wiki/The_Plastic_People_of_the_Universe)
ecco perché Havel voleva Frank Zappa come ‘ambasciatore’.
qualche link:
http://www.myczechrepublic.com/boards/viewtopic.php?p=59628
http://www.lavocedifiore.org/SPIP/article.php3?id_article=1576
http://www.corriere.it/cultura/eventi/2012/praga-blues/notizie/scorranese-praga-blues_6998ac9e-ccf3-11e1-a3bf-e53ef061f69e.shtml
http://murodicani.blogspot.it/2009/11/una-storia-di-cani.html
io ho il terzo cd “Egon Bondy’s Happy Hearts Club Banned (1974)”, dove c’è il grande Egon Bondy
buona lettura e buon ascolto 🙂
Approfondirò. Grazie!