Geografie Interiori
5 Luglio 2014L’ultima puntata della III Stagione con Franco Battiato e Silvano Agosti
21 Luglio 2014Al mio paese son stata la prima donna
a depilar le gambe, ad indossare i tacchi
e poi profumo e trucco sopra gli occhi
un po’ di polvere a colorar le guance.
Ma per mio padre son solo una puttana
e dietro casa arrivano soldati
e mia sorella mi aiuta di nascosto
ad abbellirmi ed inventare ricci.
Nel caminetto scaldiamo un ferro caldo
e lo passiamo nella mia chioma nera.
Nel caminetto quand’eravam bambine
ci siedavamo gridando “Posto preso!”
Raccontavamo storie di briganti
e per mio padre ero la più brava
con la mia voce sapevo accarezzare
e mi chiedeva di leggere di nuovo.
Ora che faccio di tutto per essere bella
sono felice e sono corteggiata
da forestieri che parlano diverso
balliam la sera scordandoci la guerra.
Il mio papà mi ha chiuso la porta
per lui – lo so – son sempre stata bella
ma ora non solo non mi vuole più vedere
ha detto “Come figlia tu sei già morta”.
Ed una sera piangendo fuori casa
un bel soldato provincia di Trieste
mi ha preso il cuore e sollevata in aria
come fu dolce amarsi in una bara.
Dedicata alla sorella di mia nonna, che da piccolo chiamavo Zia Pia; durante la seconda guerra mondiale, giù al mio paese scesero soldati americani e “dell’Altitalia”. La sera Zia Pia, poco più che ventenne, si vestiva a festa per andare a ballare. Lei e le sue amiche erano considerate donne di malaffare. Mia nonna che poteva avere 13 anni, assistette impotente alla cacciata di casa di Pia da parte del mio bisnonno, soldato anche lui, reduce della prima guerra. In ogni famiglia c’è una storia che lascia ferite aperte e per curarle è necessario sollevare le vittime e redimere i carnefici.