Il Disco raccontato: Titanic – Francesco De Gregori
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9 Giugno 2014Nascondersi, a volte, è come lanciare pezzi di scarpe nel mare.
La libertà.
La libertà sono pezzi di strada al confine con la paura. E’ l’opera al nero dei propri desideri. Danzarci dentro, pericoloso e vitale.
La luce di una candela.
Il fumo.
– Ti sento come un’eco, come il mistero – disse lui
– Tutta la vita è solo un ritmo alle dieci di sera – disse lei
I movimenti lenti.
Quando guardo i movimenti lenti nelle persone, sono per me un segno cardinale. Mi oriento. Mi fanno capire dove mi trovo.
Mi fanno togliere le zavorre per salire.
I movimenti lenti sono sacri.
Ma attento! Crogiolarsi nelle dissonanze, a volte è scavalcare, è affondare, è annegare.
– Dov’è il porto? – chiese lui
M’interessa l’amore: quello stato di sospensione irrealizzato.
Capire il ritmo.
Trovare l’intimità dentro una nota, dentro uno sguardo, dentro una pagina di un libro.
Capire il ritmo.
La batteria è ciò che dilata il tempo; che dilata il cuore.
– Se dici che vuoi andare, dovresti andare – disse lei – Temporeggiare è un peccato mortale di ritmo –
Capire il ritmo.
Lo spazio fra il desiderio e la sua realizzazione.
Lo spazio fra le cose.
Lo spazio fra le persone.
Lo spazio fra i tuoi pensieri.
Lo spazio fra le foglie di un albero.
Non permetterti di riempire gli spazi, se non conosci il ritmo.
Ascolta.
– Sapere che ci sei, mi fa bene o mi fa male? – disse lui.
Lascia lo spazio, per capire il ritmo.
.
Un disco bellissimo, capace di dilatare il tempo.
…per descrivere una cosa come la musica di un disco che ci colpisce, le recensioni “classiche” pensiamo siano troppo fredde. L’ascolto crea a sua volta, è per questo che proviamo in questa rubrica a raccontare i dischi, costruendoci delle storie attorno: organizzando organicamente in una storia :frammenti di frasi di canzoni, stati d’animo stimolati e immaginazioni create spontaneamente dall’ascolto attento di un disco…